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Saluto


Benvenuti nel Blog di una Pisana e un Maremmano.

Certo questo non e' un grande Blog di cucina e forse queste non saranno neppure le nostre migliori ricette ma, è che ne sono un esempio o quanto meno, vogliono farvi conoscere i piatti che insieme ci hanno appassionato. Accettate come un augurio questa semplice raccolta che non ha alcuna pretesa.

giovedì 15 novembre 2012

Acquacotta maremmana

Ingredienti


• 2 cucchiai di olio EVO
• 2 cipolle rosse
• 2 spicchi d'aglio
• 1 peperoncino
• 2 carote
• 2 gambi di sedano
• 6 pomodori maturi
• 1 litro d'acqua
• 6 fette di pane toscano raffermo
• 100 g di pecorino grattugiato
• 1 uovo (per ogni commensale)
• sale e pepe q.b.

Preparazione

 
In un tegame a bordi alti scaldate l'olio e aggiungete le cipolle tagliate a fettine quasi trasparenti, gli spicchi d'aglio ed il peperoncino. Poi cuocete a fuoco lento, mescolando continuamente, fino a quando le cipolle saranno diventate trasparenti.

Aggiungete ora le carote ed il sedano tritati, i pomodori sbucciati e a cubetti, un pizzico di sale e date una bella mescolata in modo da amalgamare e insaporire bene il tutto.

 Dopo circa 5 minuti si aggiunge acqua quanto basta per diluire la zuppa alla consistenza di un brodo, aggiustate il sale e fate cuocere per circa 1 ora, aggiungendo se occorre altra acqua.

In ciotole di coccio o piatti fondi si mette del pane raffermo fatto abbrustolire in forno, spolverandolo con del buon pecorino grattugiato e del pepe nero.

Le uova vanno aggiunte all'acqua cotta solo poco prima di servire in tavola, mettendole direttamente nella pentola di cottura una ad una come per farle in camicia, e facendo attenzione a chè non si rompano o si mischino assieme.(io preferisco romperle e fare una specie di stracciatella)

Appena l'albume si è rappreso si raccatta l'uovo con un ramaiolo insieme ad una generosa porzione di acqua cotta, e si versa sul pane abbrustolito nella ciotola.

 L'acquacotta storia...

1 commento:

  1. Buongiorno, volevo fare una precisazione sulla ricetta sopra descritta. L’acquacotta è considerata una ricetta povera e come tale fatta di pochi ingredienti trovati più delle volte nei campi dalle vecchie massaie. Nel momento in cui nasce l’acquacotta le famiglie sono numerose, (molte volte composte anche da 10/15 persone). Mi spiegate per favore come faceva una massaia del tempo a servire un uovo per ogni componente familiare? Non era certo il momento di sprechi per un pasto solo e quindi magari prendeva 2/3 uova le sbatteva in un piatto con un po’ di pecorino e poi le univa alla zuppa come per la stracciatella, facendo in modo che toccassero un po’ per uno. L’usanza dell’uovo posizionato sopra per ogni persona è solo una variante fatta dai cuochi i tempi migliori. Questa variante, andrebbe menzionata per non indurre il cliente verso ricette che non sono quelle originali. Mi scuso per l’intrusione ma, ritenevo doveroso questo chiarimento. La nostra cucina deve essere presentata per quello che era e non per come la vogliamo noi. chef Nello

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